Mozzarella in carrozza…piccoli segreti, per evitare che la mozzarella si sciolga durante la cottura rovinando quindi la riuscita. E’ importante che le fette di pancarrè siano ben impanate. Passate i bordi nella farina e poi bagnateli velocemente in acqua fredda, in modo da sigillarli.
Primo accorgimento è la qualità degli ingredienti, soprattutto della mozzarella. La mozzarella in carrozza, nasce come una ricetta di riciclo. Se vi piace potete aggiungere all’interno, oltre alla mozzarelli dei filetti di alici o anche del prosciutto cotto. I bambini sono certa gradiranno questi fagottini deliziosi. Anzi, se li preparate per loro vi consiglio di dividere le fette di pancarè in quattro parti ricavando dei piccoli triangoli.
Procedete quindi poi nel modo che preferite, passando prima nel latte, uovo e pangrattato.
I principali paesi produttori di nocciole sono l’Italia, la Turchia, la Spagna e Cipro. Quelle coltivate in Turchia sono caratterizzate dal guscio sottile e dal frutto più grande del normale. Le nocciole con un normale contenuto di grassi non possono essere conservate a lungo senza guscio altrimenti irrancidiscono. In genere contengono il 60% di olii e il 14% di proteine; hanno quindi un alto contenuto calorico. Ci sono due qualità: la prima di forma allungata, si mangia preferibilmente fresca, mentre la seconda, di forma tondeggiante, si consuma come frutto secco. Si possono tostare intere o tritate e danno al dolce un sapore particolare. Caramellando le nocciole con lo zucchero otterrete degli squisiti croccanti; mescolandole invece, finemente macinate, con lo zucchero, burro di cacao o di cocco e cacao in polvere avrete il nougat. Caramellando zucchero, nocciole e mandorle e poi frullando finemente otterrete il pralinato.
Dalla noce di cocco si ottengono tre sostanze importanti in cucina:l’olio o la margarina, il latte di cocco e, dalla polpa vera e propria, il cocco grattugiato. L’olio è adattissimo per friggere, la margarina per la preparazione di glasse o coperture; inoltre la margarina si mantiene a lungo fresca e, anche a temperatua ambiente, si ammorbidisce meno facilmente del burro. Il latte di cocco può essere quello che si trova allo stato naturale racchiuso nella polpa, o quello che si ottiene dalla spremitura della polpa del frutto che è bianca e ricca di grassi: si procede in genere spezzettando la polpa, scottandola con acqua calda e poi spremendola. Si può anche ottenere per infusione dai fiocchi secchi di cocco (una ventina di minuti in acqua calda). Infine la polpa di cocco grattugiata, che si trova già pronta in commercio, si usa in pasticceria. Però, essendo ricca di grassi, si conserva per un tempo limitato, al massimo tre mesi, in luogo fresco ed asciutto. La palma da cocco, originaria della Malesia, è oggi diffusa in tutte le zone tropicali e può raggiungere la veneranda età di 75 anni. La noce di cocco impiega 400 giorni a maturare e la sua polpa è avvolta da ben quattro strati. Questo esterno è un mantello ceroso e impermeabile che viene subito tolto appena di raccoglie il frutto. Poi c’è uno strato di fibre brune e stoppose che anch’esse vengono in parte levate. Quindi vi è il guscio duro vero e proprio, che si può spezzare solo col martello. Sotto il guscio c’è una pellicola bruna molto aderente alla polpa che, essendo difficile da asportare e non avendo cattivo sapore, in genere si consuma insieme. Ogni noce di cocco ha tre “occhi”, o fori dell’embrione, dove il guscio è più sottile e più facile da rompere.
Per preparare la “Noisette” si usano nocciole scelte.
La “Noisette” è un distillato di noci e nocciole, destinato successivamente alla preprarazione di un liquore: ad esso si aggiunge poi pimento, noce moscata, e scorza di limone. Ha un contenuto alccolico del 30% e zuccherino del 40%, è dolce e denso. Non va confuso con la Nusswasse, ricavata dalle noci alsaziane, che è una vera acquavite.
Si tratta degli avanzi di biscotti o dolci secchi, grattugiati, che possono servire per cospargere il fondo di una teglia, oppure per rendere più impermeabile il piano di una torta che si deve guarnire di frutta. Quindi se vi avanzano dolci, non scartateli, ma usateli per questo scopo, dopo esservi accertati che abbiano perso completamente tutta la loro umidità originaria.
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