Acquavite o distillato
Intorno all’800 d.C. gli arabi già conoscevano un procedimento per ricavare un distillato dal vino di datteri: distillato che non serviva come bevanda ma per preparare profumi.
In Europa, la formula per la produzione di un’acquavite bevibile si conobbe ben 350 anni più tardi. E, non appena si scoprì che dal vino, attraverso il riscaldamento e successivo raffreddamento, si poteva distillare alcool, subito monaci, farmacisti e alchimisti si misero a preparare acquaviti e liquori prima da ogni tipo di vino, poi da cereali, da radici, frutti e erbe, e poi con la scoperta del nuovo Mondo, perfino dalle patate. In un primo momento i distillati alcoolici erano usati come medicine e solo nel XV si diffusero e e divennero di uso comune. Con la definizione di “acquavite”, si intende il prodotto della distillazione diretta di vini, frutta, cereali ecc, resi bevibili con l’aggiunta di acqua. Sono acquaviti, sebbene non portino questo nome, anche altri distillati come il rum, il whisky, la wodka ecc.
Le acqueviti si distinguono una dall’altra per la materia prima usata nel processo di distillazione e per il metodo di fabbricazione.
Così vi sono i distillati di vino (cognac, armagnac, brandy), i distillati di cereali (whisky), i distillati di frutta e altri, prodotti con sostanze diverse, come la grappa (dalle vinacce), gli amari (da erbe e radici).
Foto presa dal web
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